Il fatto di cronaca
Fasci di sole pomeridiano penetravano dalle ampie
vetrate della Biblioteca de Catalunya, ma Edoardo non riusciva ancora a venire
a capo della sua tesi di Ph.D in Scienze Politiche sulla Violenza politica
della Triple A[1] in Argentina dal 1973 al 1976. Salvò le correzioni effettuate nel file e spense
il notebook Vaio, che si portava dietro ormai ovunque. Quella
biblioteca-monastero era un ottimo rifugio nel centro di Barcellona, ma quel
giorno non riusciva proprio a concludere nulla di buono. Uscì, imboccando il
Carrer de l’Hospital, diretto al quartiere del Poble Sec. Frotte di maghrebini
si assiepavano attorno a due tizi che se la stavano dando di santa ragione:
fece subito capolino la sirena dei Mossos d’Esquadra, di solito molto energici
in tali evenienze. Per non avere guai imboccò una viuzza stretta e sporca;
negli androni delle case alcune prostitute basse e grasse lanciavano le loro
provocazioni verbali. Sbucò accanto alla moschea tranquilla, proseguì, altre
prostitute oziose si offrivano per la via. Finalmente uscì da quella suburra
quotidiana e si diresse trafelato verso il Poble Sec, subito dopo il vecchio
Molino. Si sarebbe cambiato e avrebbe fatto jogging: ciò gli avrebbe di certo
chiarito le idee. Dopo qualche minuto si stava già inerpicando su per il parco
del Montjuïc, ideale per andare a correre. Giunse presso il belvedere
turistico, che dava sulla città e sul porto punteggiato di container colorati.
Ma gli piaceva addentrarsi spesso per quei sentieri in mezzo al bosco, che
scendono giù finché non s’interrompono in qualche crepaccio. Gli piaceva
osservare da lì le navi che attraccavano nel porto e i gabbiani che tracciavano
circoli sopra il monte sghignazzando. Ma stavolta la sua attenzione fu attratta
da un altro particolare. Giù, nella scarpata, in un leggero avvallamento,
sembrava esserci un corpo supino e immobile. Conosceva i sentieri che scendono
giù a zig zag tra i massi scoscesi e decise di avventurarsi da quelle parti per
capire meglio di che si trattava. Era sempre più evidente che si trovava a poca
distanza da un corpo senza vita, il giovane corpo di una ragazza con una
camicetta semiaperta e una minigonna lacera. Ma il dettaglio più agghiacciante
era costituito dal viso sfigurato dal gran numero dei colpi di pistola
ricevuti, forse una decina. Ciò lo impressionò, ma non corse subito alle dovute
conclusioni. Avvertì la polizia. Dopo un quarto d’ora, i Mossos erano già lì.
Si trattava probabilmente di una prostituta. Un regolamento di conti. Un
avvertimento per le altre. Un episodio non così raro a Barcellona. Ma Edoardo
non riuscì a convincersi di quella versione. Tuttavia, dopo qualche giorno
d’inquietudine pensosa, dovette tornare alla sua tesi. Tutto ora gli appariva
più oscuro.
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